Il trend del self ordering da smartphone è in grande crescita all’estero e sembra che in Italia si intravedano i primi segnali di un’adozione più solida di questa tecnologia.
La crescente adozione di questa tecnologia fa sorgere dubbi e domande riguardo al ruolo del cameriere, riguardo alle macchine e ai software che sostituiscono i lavori degli esseri umani.
Altri dubbi riguardano l’adattabilità di questa tecnologia in un contesto come quello italiano in cui il cameriere e, in generale la qualità del servizio, sono giudicati come parte fondamentale dell’esperienza al ristorante.
Chiariamo un punto fondamentale, il self-ordering da cellulare non deve per forza sostituire il cameriere, né tanto meno il cassiere.
Esistono diverse modalità di utilizzo di questa tecnologia che in questo articolo cercheremo di coprire in maniera dettagliata. Le diverse modalità hanno un diverso modo di influenzare o modificare i flussi operativi di un’attività.
Integrazione con il gestionale, è fondamentale?
Partiamo da un punto fondamentale, è necessario integrare il gestionale di cassa con il software che gestisce le ordinazioni dai cellulari dei clienti?
Dipende.
Chiariamoci, avere l’integrazione è importante ed è ampiamente auspicabile, ma questo non deve essere l’unico fattore decisionale su quale software utilizzare nella propria attività. È importante fare un’attenta valutazione sulla qualità dell’esperienza fornita ai clienti del ristorante. Una soluzione integrata al gestionale ma che, dall’altro lato, crei forti disagi alla clientela è dannoso tanto quanto avere un’integrazione malfunzionante che non manda correttamente gli ordini in cucina.
L’integrazione diventa sicuramente necessaria, quando la metodologia di self ordering supera il 30-40% del totale delle comande.
Nei casi in cui la parte di self ordering risulti in un quantitativo di comande inferiore, lo si potrebbe gestire in maniera manuale con l’inserimento della comanda manuale nel gestionale di cassa. Per agevolare il lavoro, è consigliato perlomeno integrare un servizio di stampa automatico della comanda.
Self ordering: modalità ibrida
Parliamo adesso di una metodologia di utilizzo del self ordering che definiremo ibrida.
In questo scenario possiamo immaginare il cameriere gestire il primo ordine dal tavolo. Si occuperebbe dunque di dare un benvenuto più umano ai clienti, prendendo la prima ordinazione inclusiva della parte beverage.
Per gli ordini successivi, gli ordini passerebbero in gestione ai clienti attraverso la modalità di self ordering. Per ordinare la seconda birra, il dessert o il caffè, potremmo far a meno di far aspettare l’arrivo del cameriere. Questo ha potenzialmente dei benefici sullo scontrino medio.
Il cameriere durante il primo ordine potrebbe farsi carico di spiegare ai clienti come funziona il sistema di ordinazione da smartphone.
Self ordering: solo beverage
Nel caso si volesse iniziare in maniera più leggera, il sistema di self ordering potrebbe essere dedicato solamente alle bevande.
Questo potrebbe tranquillizzare lo staff in cucina e allo stesso tempo potrebbe avere un impatto positivo sullo scontrino medio, dando la possibilità ai clienti di ordinare la seconda, terza, birra/acqua in qualsiasi momento.
Self ordering, no grazie! Parliamo di self payment
Se proprio vi spaventa dare la possibilità ai vostri clienti di ordinare in maniera autonoma, un’altra soluzione potrebbe essere quella di consentire il solo pagamento attraverso un codice QR stampato sul tavolo.
Scordatevi le lunghe file in cassa o clienti spazientiti al tavolo perché in attesa del conto al tavolo.
Ma come funzionerebbe? Attraverso un’integrazione con il tuo gestionale di cassa o con il tuo POS e un con un sistema di gestione di pagamenti da remoto, sarà possibile mandare il conto all’apposito tavolo. Una volta scansionato il codice QR, i clienti vedranno il totale e potranno richiedere la ricevuta alla propria email.
Questa tipologia di soluzione è sicuramente la meno invasiva, ma allo stesso tempo è in grado di risolvere diverse problematiche giornaliere.